Come avrete sicuramente già capito, non mi faccio mancare mai nulla! ed infatti, ecco che puntuale, arriva un altro piccolo problema: la Celiachia!… 
Nel giugno del 96, dopo una biopsia intestinale, effettuata presso l’Ospedale Regionale per le microcitemie di Cagliari, mi è stata riscontrata la celiachia.
Meno male! Ho passato i miei primi cinque anni con problemi alla pancia, non volevo mangiare, non riuscivo a crescere. Alla fine sembravo un gattino spelacchiato. Esatto, spelacchiato!
Ho perso anche i capelli: “alopecia a piccole chiazze” l’hanno chiamata. Bella fregatura!
Così, quando ho iniziato la dieta, ho capito subito che c’era una gran bella differenza. Tutti quei sintomi strani non li sentivo più, i capelli sono ricresciuti subito e mi è tornato l’appetito.
All’inizio mamma e papà mi aiutavano facendomi credere che il cibo senza glutine era quello delle Principesse, ma loro non avevano capito che io, da personcina intelligente, non avrei mai più assaggiato nient’altro. Così è stato e lo è tutt’ora…
La celiachia, denominata anche enteropatia glutine-sensibile, è una complessa condizione patologica dovuta ad intolleranza permanente alle proteine nel glutine di alcuni cereali.
I cereali in causa sono il frumento, l’orzo, l’avena e la segale.
L’intestino è la sede principale dei danni indotti dal glutine,ma altri organi possono esservi interessati in misura variabile da caso a caso. Si tratta di una condizione piuttosto frequente: la stima in Italia è di un malato ogni 300 soggetti in età pediatrica.
In realtà accanto a soggetti con manifestazioni ben visibili dalla malattia ve ne sono molti altri che sono affetti dalla malattia in maniera silente o nascosta.
Il glutine, o meglio alcune frazioni proteiche della gliadina, che è componente fondamentale del glutine, esercitano un’azione tossica sulla mucosa intestinale ed eventualmente su altri organi e tessuti di soggetti geneticamente predisposti.
Tale predisposizione è determinata da alcuni geni per il quale sono in corso attive ricerche: sono in causa particolarmente i geni di “istocompatibilità” (HLA-geni), che sono localizzati sul cromosoma nº6.
Altri geni diversi da questi sono candidati a spiegare la predisposizione verso la celiachia e la tendenza della malattia a ripetersi a più membri della stessa famiglia.
L’azione tossica della gliadina si esplica attraverso meccanismi immunologici: vi è in sostanza nei soggetti predisposti una produzione si anticorpi specifici e di sostanze lesive prodotte dalle cellule dell’immunità verso la mucosa intestinale. Si tratterebbe cioè di una risposta immunitaria alla gliadina che anziché orientata alle difese, esplica un effetto autolesivo.
Una tale reazione porta a distruzione cellulare della mucosa intestina, che risulta così appiattita ed incapace di assorbire correttamente e compiutamente gli alimenti digeriti.
Meno chiari sono i meccanismi con cui la reazione immunologica alla gliadina induce alterazioni a livello di organi diversi dall’intestino.
La celiachia si manifesta prevalentemente nei primi due anni di vita ed abitualmente nel secondo semestre, in genere qualche tempo dopo l’inizio della somministrazione di cibi contenenti glutine (farine e biscotti a base di frumento, decozioni di orzo pastine, ecc…).
Può iniziare peraltro anche più tardivamente specie se vi è stato un ritardo nella somministrazione di farine, ed anche nell’età adulta